Devo ammettere che io ho sempre avuto qualche problema con il modo in cui viene concepito nella Messa lo scambio della pace. A mio avviso, specialmente negli ultimi decenni, questo gesto ha perduto il suo significato originario, divenendo quasi un segno di cortesia sociale. In questo tempo, in cui siamo chiamati al distanziamento sociale, forse ripensare a questo gesto non sarà poi tanto male. In effetti, prima che si sospendessero le messe, una delle restrizioni riguardava proprio quella dello scambio della pace. L’ultima domenica prima della sospensione delle Messe, sono andato ad adempiere al precetto festivo in una parrocchia vicino alla mia abitazione. C’era già pochissima gente, per la gran parte persone anziane, che spesso tossivano senza neanche coprire la bocca. Immagino, che scambiarci il segno della pace in quelle condizioni non era molto prudente sia per me ma anche per loro, perché abbiamo imparato a diffidare delle persone che possono essere apparentemente sane ma in realtà sono portatori del virus. Ora, non dico che la liturgia debba essere regolata basandosi sul virus, ma credo che questa esperienza possa farci veramente riflettere se alcuni gesti introdotti di recente siano stati veramente recepita in modo giusto o no. Credo che uno dei simboli di questo sia senz’altro lo scambio della pace. Spesso questo gesto enfatizza una dimensione sociale della Messa a scapito di quella più spirituale. Ci sono persone che fanno il giro di tutta la Chiesa, che sembrano non aspettare altro. Prescindendo dal virus, credo questo sia veramente fuori luogo. Oggi, per via di questo evento tragico che stiamo vivendo, abbiamo ancora di più la consapevolezza di come certi atteggiamenti possono aiutare a diffondere malattie e affezioni varie. Direte che siamo oramai ossessionati da quello che stiamo vivendo, e certamente non sarebbe un’osservazione sbagliata. La congregazione per il culto divino approvato un poco di anni fa a regolare questo momento della Messa, ma come per molte altre cose, queste poi non arrivano veramente ai fedeli. Credo di non aver mai ascoltato un sacerdote avvertire i fedeli che non dovevano girare per tutta la chiesa per scambiare il segno di pace ma soltanto limitarsi alle persone a loro vicine. Io ho sempre prediletto il modo cinese di espletare questo momento liturgico, inchinandosi alle persone e al sacerdote senza contatto fisico. Questo limita le esagerazioni ed è ugualmente molto dignitoso.
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