lunedì 14 dicembre 2020

La bellezza in san Giovanni della Croce

 


Sembrerà forse strano ad alcuni che si tiri in ballo la mistica quando si parla di bellezza. In realtà, se ci si pensa bene, strano non lo è, perché la mistica concede di poter osservare la bellezza nella sua forma più pura. Non è data a molti questa gioia, ma possiamo rifarci ad alcune testimonianze. Certamente una delle più grandi figure della mistica cristiana e non solo è san Giovanni della croce, santo appartenente alla famiglia carmelitana. Tanto, troppo ci sarebbe da dire su questo grande mistico e poeta, ma ci limiteremo a qualche osservazione che spero sarà utile per il nostro cammino nei campi della bellezza.

Ho letto La vita e la dottrina spirituale di san Giovanni della Croce di don Massimo Astrua e don Angelo Albano. In questo testo sono raccolti, nella versione italiana, alcuni poemi del grande mistico. Alcuni versi ci aiutano ad avere alcune illuminazioni sulla bellezza. Qui trarremo alcuni versi da Dove ti sei nascosto


“Grazie intorno spargendo 

passò di mezzo a noi con leggerezza; 

e, solo col mirarci, 

mentre ci attraversava 

ci lasciò rivestiti di bellezza!”


Il Signore, che si spande intorno a noi, non ci obbliga, attende il nostro assenso, passa in mezzo a noi con leggerezza come dice il mistico, ed Egli, chi ci guarda mentre ci attraversa, ci lascia rivestiti della sua bellezza. Come è bello pensare che questa dinamica della bellezza è tutta giocata sulla dimensione della libertà, una libertà che non obbliga ma che ci invita con forza a considerare ciò che accade attorno a noi e a prendere delle decisioni importanti per la nostra vita in modo che sia adeguata a quanto si trova a sperimentare. La bellezza, è qualcosa che spesso ci accade, anche se a volte non l’abbiamo cercata. Ma essa è il premio che il Signore concede a chi ha sperimentato la Sua presenza.


“Scopri la Tua presenza, 

e io muoia nel veder la tua bellezza! 

d’amor la sofferenza 

Tu sai che non si cura 

se non con la presenza e la figura”.


Dopo aver sperimentato la bellezza, vogliamo vederla sempre di più, vogliamo vederla così tanto che siamo disposti anche a morire per poterla ammirare ancora e ancora. Perché questa bellezza ci fa innamorare e questa sofferenza d’amore non può essere curata che con la presenza e la figura della stessa bellezza. Vediamo qui evocata anche la dimensione formale della bellezza, la bellezza non solo come bellezza interiore ma anche come bellezza nel senso di splendore della forma. Ecco perché ogni bellezza, anche se in forma distorta, richiama in ultimo un principio divino.






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